Maggio 1, 2024

Infarto: come funziona la riabilitazione e dove farla

L’infarto è un evento debilitante per chi riesce a sopravvivere a questo tipo di attacco, che colpisce circa 150 mila persone ogni anno soltanto in Italia secondo la Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare). Dopo un infarto è fondamentale sottoporsi alla riabilitazione cardiologica, una branca della medicina che si occupa della gestione dei malati colpiti da cardiopatie.

Questa disciplina medica offre un supporto dedicato ai pazienti che hanno subito un infarto, attraverso il trattamento delle conseguenze degli eventi cardiaci e di una serie di complicazioni ad essi associati come insufficienza renale, bronchite cronica e diabete. Si tratta di attività essenziali, svolte presso strutture specializzate come cliniche e ospedali privati e pubblici.

Dove fare riabilitazione dopo un infarto

Una persona che ha subito un infarto ha necessità di cure mediche specialistiche, un’assistenza incentrata sul monitoraggio del paziente e la prevenzione dei fattori di rischio secondari. In genere, in queste circostanze è necessario seguire una terapia farmacologica di lungo termine, per garantire la massima efficacia del trattamento, oltre alla modifica dello stile di vita e alla correzione di alcune cattive abitudini, come la sedentarietà, il consumo di alcolici e il fumo.

Tra i centri dove fare la riabilitazione post infarto ci sono le strutture specializzate di Orpea Italia, cliniche d’eccellenza in cui usufruire di servizi dedicati per la cura dei pazienti colpiti da infarto o ictus. Si tratta ad esempio della Clinica Arborea di Villamar in Sardegna, un centro all’avanguardia di riabilitazione funzionale ad alta intensità che si differenzia per la qualità delle attività di neuro e cardio-riabilitazione.

La presenza di un team multidisciplinare di professionisti è indispensabile in queste situazioni, infatti oltre al cardiologo è necessario il supporto di infermieri specializzati e fisioterapisti in grado di seguire il paziente durante il percorso riabilitativo. Di norma, l’equipe di specialisti è completata da uno psicologo per garantire l’ascolto del paziente e controllarne la risposta emotiva, oltre a un nutrizionista che propone una dieta specifica per le esigenze del paziente in riabilitazione cardiologica.

Questo approccio è in grado di assicurare i migliori risultati possibili, grazie a una collaborazione professionale interdisciplinare che permette di affrontare il percorso riabilitativo in modo più completo ed efficace. Altre figure che si possono trovare presso le strutture specializzate nella riabilitazione cardiologica sono il diabetologo, il fisiatra e l’endocrinologo, a seconda delle necessità emerse attraverso il piano riabilitativo individuale.

Come funziona la riabilitazione cardiologica

Il percorso riabilitativo in seguito a un infarto è strutturato in modo personalizzato, mediante la creazione di un trattamento terapeutico su misura del paziente. Il processo di riabilitazione può essere gestito ambulatorialmente con il pernottamento presso la propria abitazione, oppure tramite il ricovero in ospedale o in una struttura specializzata nella cardiologica riabilitativa.

Le sedute riabilitative durano in genere 2 o 3 ore al giorno, con un percorso che si articola all’incirca in 4 settimane, nonostante la durata sia piuttosto variabile a seconda di ogni paziente. In genere, la riabilitazione cardiologica comincia con una valutazione iniziale strumentale e clinica, attraverso la quale viene definito il rischio cardiaco del paziente e si stabilisce anche lo stato funzionale del muscolo cardiaco.

A questa prima fase segue un secondo passaggio, ossia l’educazione sanitaria, mediante la quale gli specialisti dialogano con il paziente affinché comprenda la sua patologia e sia cosciente del ruolo cruciale che ricopre la correzione dei fattori di rischio. Infine si procede con la terapia vera e propria, un programma individuale di training fisico che prevede diverse tipologie di esercizi mirati per le esigenze del paziente, ad esempio la cyclette, la camminata sul tapis roulant o degli allenamenti in palestra a corpo libero.

Seguendo un percorso terapeutico ottimale in molti casi è possibile tornare a una vita normale dopo un infarto, ovviamente con alcuni accorgimenti orientati a uno stile di vita più sano e tenendo conto di eventuali limitazioni. Tra i comportamenti virtuosi ci sono una terapia farmacologica personalizzata, un’alimentazione sana ed equilibrata, la rinuncia a cattive abitudini come il fumo, un’attività fisica moderata e regolare, oltre a un corretto approccio nei confronti dello screening e della prevenzione dai rischi cardiaci.