Maggio 2, 2024

Come le aziende pagano meno tasse: 4 validi suggerimenti

Oggi per aziende, microimprese e liberi professionisti, cercare di pagare meno tasse è diventato un vero e proprio imperativo. Gli effetti della pandemia sulle economie e le relative fluttuazioni del sistema finanziario dell’ultimo paio di anni infatti, hanno enfatizzato la chiusura di molte aziende che – di fronte ad un contesto ancora più complicato, senza garanzie e con l’aumento esponenziale dei costi – non riescono più a rimanere a galla. Come diretta conseguenza, una delle variabili su cui molti imprenditori si focalizzano è quindi la possibilità di ridurre il carico fiscale, legalmente ed attraverso una gestione programmata. Non a caso nel nostro paese ogni anno molte aziende si trovano nella situazione di dover cessare l’attività, anche a causa del livello di tasse troppo alto (se non addirittura eccessivo). L’incapacità di adempiere agli obblighi fiscali ha altresì effetti diretti sugli stipendi dei dipendenti o sui pagamenti dovuti ai fornitori, opprimendo ancora di più il tessuto socio-economico italiano.

Ecco perché in questo post cercheremo di esplorare i modi più semplici, diffusi ed efficaci per ridurre l’imposizione fiscale e pagare meno tasse per le aziende. Va detto che queste potenziali soluzioni costituiscono un indice generico e teorico, da implementare con il proprio commercialista rispetto al tipo di azienda, necessità e alle varie circostanze di mercato (senza essere direttamente interpretati come un incoraggiamento all’evasione fiscale). vediamole insieme

1. Scegliere la forma societaria adeguata

Sembra un punto banale, ma più frequentemente di quanto si possa pensare molti imprenditori (soprattutto quelli con poca esperienza), adottano strutture e soluzioni aziendali che si rivelano ben presto inadeguate. Anche quando si cerca aiuto da un bravo consulente, non è raro ricevere raccomandazioni di modificare la struttura aziendale se alla base vi sono motivazioni legittime per ottenere vantaggi. Il problema vero è: a quale sforzo? E qui va incluso sia il capitale economico, sia lo sforzo intellettuale e perdita di tempo prezioso nel cambiare forma societaria. Scegliere la struttura aziendale sbagliata potrebbe rivelarsi piuttosto costoso, non solo in termini di tasse da pagare.

Iniziare nel modo giusto con un quadro aziendale appropriato sarebbe decisamente più saggio. Ecco perché una consulenza trasversale di partenza è spesso una metodologa suggerita (se non obbligatoria) per capire ed analizzare tutte le potenzialità e criticità di un progetto. In quest’ottica, un valido aiuto può arrivare da professionisti specializzati, come ad esempio il gruppo SixteGroup che vanta un’esperienza ultraventennale nell’aiutare giovani imprenditori (ma anche aziende affermate di settore) a raggiungere i loro obiettivi finanziari. Nel blog di SixteGroup, troverete valide informazioni di come ridurre il carico fiscale attraverso alcune leve aziendali, riuscendo indirettamente a pagare meno tasse.

2. Sfruttare l’Esternalizzazione come vantaggio

Il termine esternalizzazione e la sua pratica aziendale derivano dal mondo anglosassone. In inglese Outsourcing significa letteralmente “approvvigionamento da fonti esterne”. Questo implica affidare ad altre società o a collaboratori esterni all’azienda, specifiche funzioni, servizi ed attività aziendali (come anche interi processi produttivi). L’outsourcing rappresenta una strategia vantaggiosa per ridurre l’onere fiscale che grava sui salari, seguendo la semplice razionalità del concetto “minori salari = minori contributi/tasse”. Questo perché sulla retribuzione di un dipendente, l’azienda deve versare una percentuale considerevole di tasse e contributi, portando il costo effettivo di un lavoratore a quasi il doppio del suo stipendio netto.

Delegare a società esterne alcune funzioni dell’azienda significa generare costi interamente deducibili dal reddito aziendale, conseguentemente riducendo Irap e Ires. Inoltre, ciò evita la necessità di preoccuparsi di pagare malattie, infortuni, ferie e permessi ai lavoratori, passando tali responsabilità alle imprese fornitrici. Questo approccio consente un risparmio significativo in termini di tasse sul lavoro.

3. Differenza e gestione tra Deducibilità e Detrazioni

Il sistema fiscale italiano è noto per le sue medio-alte aliquote, ma allo stesso tempo offre anche la possibilità di ridurre la base imponibile o addirittura di pagare minori imposte. Ciò è possibile gestendo al meglio le deduzioni e detrazioni. Prima di tutto, è fondamentale comprendere con precisione la differenza tra questi due concetti:

  1. DEDUZIONE: rappresenta un vantaggio che influisce sulla base imponibile, cioè il valore su cui vengono calcolate le imposte. La somma di eventuali costi deducibili deve essere sottratta dall’importo totale del reddito e il risultato ottenuto viene utilizzato per calcolare effettivamente le tasse, applicando le relative aliquote contributive.
  2. DETRAZIONE: Le detrazioni invece, sono importi che l’azienda può sottrarre non dalla base imponibile, ma dalle imposte già calcolate e dovute. Soprattutto nel caso delle detrazioni, la situazione non è semplice (considerando l’ampia lista di spese deducibili) e spesso è meglio affidarsi ad un buon commercialista. Quest’ultimo è essenziale che svolga il ruolo di guida competente per l’imprenditore in questa delicata fase, ma è altrettanto importante che l’imprenditore stesso si informi e acquisisca una conoscenza diretta di tutte le opportunità offerte dallo Stato per alleggerire il proprio carico fiscale.

4. Pianificazione Fiscale Attenta

Tutte le azioni sinora illustrate costituiscono elementi essenziali di una buona pianificazione fiscale accurata. Senza una strategia ben definita per gestire in modo ottimale l’aspetto fiscale dell’azienda, sarà più difficile conseguire risultati soddisfacenti nel lungo termine (sia in termini di risparmio fiscale, sia di relativo incremento della redditività aziendale). Le soluzioni sopra menzionate, insieme a molte altre opzioni mirate che includono ad esempio il pagamento di compensi a soci e amministratori, la creazione di una holding con quote societarie nella propria società, l’investimento in diritti d’autore e brevetti e la ricerca di tassazioni favorevoli (come spostando parte dell’azienda o dei suoi processi all’estero), possono ridurre il carico fiscale aziendale.

Queste rappresentano solo alcune delle soluzioni legali che possono essere applicate a un’impresa per ridurre notevolmente l’onere fiscale. È essenziale non trascurare l’importanza di scegliere un commercialista o consulente fiscale competente, prestando tuttavia massima attenzione alle soluzioni proposte.